11 dicembre - Racconti intorno al camino



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La storia di Bubba
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Gianni

Gianni era Gianni Franchini ma a Fiorano Modenese molti lo chiamavano semplicemente Gianni.

Era il 1977 e da poco la legge Basaglia aveva fatto chiudere molte case per "malati mentali"

Istituti che ospitavano anche orfani o disagiati, magari bambini che non avevano nessuno ad  accudirli e venivano parcheggiati lì rimanendovi sovente per sempre

Gianni era della provincia di Bologna ed era entrato in una di quelle case a Casinalbo (paese tra Formigine e Modena)

Vi era entrato piccolo , nessuno sapeva a che età e nulla aveva appreso del mondo di fuori

Parlava solo dialetto bolognese e neanche tante parole.

Per esprimere un concetto si impappinava ed era più la mimica facciale che  la composizione della frase a permettere a volte di capire.

Il Comune di Fiorano dette la disponibilità ad ospitarlo mettendo a disposizione un appartamento. Una assistente sociale lo aveva in carico e una donna delle pulizie lo aiutava in casa.

Ma Gianni non sapeva fare nulla e soprattutto nulla conosceva di un paese, di come funzionava una casa, un bagno, una cucina ...

Ci rendemmo disponibili io e un amico a seguirlo. Facevamo i turni per pranzo, dormivamo da lui, gli insegnavamo come funziona una doccia...

Aveva un trucco che funzionava sempre

Gli piaceva mangiare e tutti lo conoscevano e accoglievano

La sera passava da una famiglia : Hai mangiato Gianni ? - No - Allora fermati e mangia con noi

Se ne andava presto e passava da un'altra casa

Hai mangiato Gianni ? - No - Allora fermati e mangia con noi

Consumava due o tre cene a sera

Quando scoprimmo il trucco capimmo anche come mai cresceva di peso a vista d'occhio.

Iniziammo anche a metterlo in contatto con i ragazzi del paese, con alcune associazioni, provammo insomma a inserirlo nel tessuto sociale.

Una sera lo portammo dai ragazzi della Parrocchia di Fiorano centro.

C'erano i ragazzi che parlottavano in un lato della sala e le ragazze intorno ad un tavolo

Gianni si fermò interdetto

Guardava le ragazze muto. Gli occhi stralunati

"Csel cal lavurir lè ?" dal dialetto bolognere : Cosa è quel lavoro lì ?

Cosa Gianni ?

"Cal lavurir lè" ! e indicava le ragazze

Capimmo allora che Gianni, cresciuto nel reparto maschile dell'istituto, non aveva mai visto una donna e ne era, giustamente, spaventato.

Provammo a spiegargli la faccenda dei sessi

Credo non abbia capito ma osservava cosa facevano i ragazzi con le ragazze

Quando ci salutammo i ragazzi e le ragazze si baciavano sulle guance e si davano un abbraccio

Gianni un po' per fare come loro, un po' perchè forse la cosa era di suo gusto, iniziò ad abbracciare in modo deciso e a cercare di baciarle

Lo fermammo e gli spiegammo che doveva essere più delicato

Ci rimase un po' male e riprese a salutare senza entusiasmo

Gianni era Gianni Franchini ma lo chiamavamo Gianni e quando volevamo farlo ridere Gianfranchen

Ho ancora la sua risata - grassa - nelle orecchie

Se ne è andato nel 2015

Se passate in centro a Fiorano vedete sul muro del vecchio teatro Astoria un murale a lui dedicato

E' sulla inseparabile bicicletta con l'inseparabile cappello con visiera.

Fiorano ricorda il suo Gianni Franchini

A un anno dalla morte resta vivo il ricordo del 65enne adottato dall’intera collettività

FIORANO. Oggi si ricorda Gianni Franchini, morto un anno fa e tutta quell’esperienza di inserimento nella comunità che lo ha adottato e per tutta la vita gli ha voluto bene. Ricorre infatti il primo anniversario della scomparsa di Gianni Franchini, figlio, fratello e amico di tutti i fioranesi. Nato il 13 marzo 1950 a Modena, era arrivato in paese da San Giovanni Persiceto il 6 ottobre 1977, ospitato dal comune prima nella casa di Via Cameazzo, nell’ambito di un progetto di reinserimento sociale perfettamente riuscito, tanto che non è più ripartito, abitando poi in Via Santa Caterina da Siena e infine presso la Casa protetta Coccapani.

A Gianni è stato dedicato un murale realizzato sul fronte meridionale del teatro Astoria, visibile da via Vittorio Veneto. La sua storia ha già meritato pagine di giornali e indubbiamente merita anche la ribalta televisiva tanto che alle 11, all’interno del programma Forum su Canale 5, verrà trasmesso un servizio realizzato a Fiorano, sotto al murales che lo ricorda.

La sua morte destò profonda tristezza nell'intera comunità fioranese perché Gianni non era soltanto una persona particolare inserita nella comunità cittadina all’indomani della chiusura delle strutture per i problemi mentali disposta dalla legge Basaglia. Era diventato invece l’amico di tutti, adulti a cui dedicava un sorriso, una suonata un po’ sgangherata di armonica, e dei bambini per cui si vestiva da Babbo Natale sotto le feste. Sempre in sella a una inseparabile bicicletta che veniva periodicamente sostituita, assistito da tanti amici e aiutato da tutta la cittadinanza, è stato, come spesso viene ricordato, la prima persona che Francesco Tosi è andato a trovare appena eletto sindaco. A testimoniare che non era neanche più solo un cittadino, ma un simbolo dell’accoglienza di una comunità come quella fioranese.

Ruggero Cavani, uno di coloro che lo hanno maggiormente assistito, durante la cerimonia funebre, aveva ricordato così Gianni: «Era il novembre del 1977, 38 anni fa, quando ti abbiamo conosciuto: la tua simpatia, il tuo carattere gioviale, la tua tenerezza e il tuo cuore grande e generoso ti hanno contraddistinto in tutti questi anni. Ne hai fatti di chilometri in bicicletta, sei entrato nelle case di tantissimi fioranesi, hai conosciuto una infinità di persone, sei entrato nel cuore di tanta gente. Ti abbiamo voluto bene e tu hai voluto bene a Fiorano e alla sua gente».

Gabriele Bassanetti

Pubblicato su Gazzetta di Modena 2016

 


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